La Ca’

La Ca’

La Ca’ (mt. 920)

 

Lungo la strada che porta a Madonna dell’Acero, a 2 chilometri da Vidiciatico, si trova il borgo di La Ca’ attorno al quale si è formato recentemente un nuovo agglomerato turistico, accanto all’antico centro storico dove troviamo il caratteristico oratorio dedicato a Sant’Antonio. Nei pressi di La Ca’ sorgono numerose borgate, come Casa Gabrielli, le Frascare, il Torlaino, Ca’ Tonielli, Ca’ Mattiozzi, Le Borelle e Ca’ Corrieri, che offrono un piacevole soggiorno, raccolte attorno a piccole piazzette e ad anguste viuzze, in cui è possibile riscoprire la vita di un tempo.

Il nome stesso, La Cà, testimonia le dimensioni che aveva in origine questo paese.
Una casa, forse due, massimo tre, costruite verso la fine del XVII secolo, che sorgevano in quello che oggi con malcelato orgoglio viene definito il centro storico.
Case che prendevano il nome  del  suo fondatore, come  Ca’ Gabrielli cioè casa di Gabriele,  o da un particolare mestiere che vi si svolgeva, vedi Ca’ Corrieri, casa dei corrieri, oppure dalle caratteristiche fisiche come Le Frascare.
Tanti piccoli borghi, quindi, luoghi senza nessun lusso, nessuna magnificenza, solo quattro mura e un tetto, pietre grosse e finestre piccole, spazi comuni e forni per il pane, ingentiliti dalla presenza di figure e scritte ma soprattutto caratterizzati da quei buffi comignoli rotondi sormontati da pietre che si trovano solo qui, in questa ristretta zona dell’Appennino.
Come non rimanere affascinati ad esempio dal borgo del Torlaino con i suoi tetti in lastre di arenaria ” le piaggne”, le date e le scritte tracciate  sugli stipiti di porte e finestre, il prezioso ostensorio scolpito sulla chiave di volta di un portale settecentesco ed i suoi comignoli rotondi disposti in maniera a dir poco scenografica.
O non rimanere colpiti dalla casa del Guercio, che si favoleggia fosse l’abitazione del potente capo di una feroce banda di briganti così chiamato perché privo di un occhio. L’edificio è  caratterizzato dalla presenza di numerose scritte e sculture: una “mamma”, sporgenza semisferica  che richiama la sagoma di una mammella,  una testa  raffigurante un volto assimetrico con un occhio chiuso che ritrarrebbe il proprietario.
Infine alcune  pietre scritte  che denotano una certa, orgogliosa, insolenza:
“matto è chi legge chi ascolta è peggio”,
o ancora
“scito ho sto saso con punte e mazoti che non lo vuol guardar si cava gli ochi”,
ed infine
“bene o male che sia fata, con le mane l’o stampata, a chi non li par fata bone serà poi un bel coglione”.
Ca’ Marcacci: nome attualmente conservato solo da una casa all’ingresso del paese, nelle carte dell’epoca era l’antica denominazione del borgo.
È sempre stato sotto la parrocchia di Vidiciatico, e di ciò si trova conferma anche nel “Dizionario corografico…” di Calindri del 1782, in cui si trova che qui vivevano 3 famiglie, 5 a Ca’ di Mattiozzi e 50 a Vidiciatico.
L’oratorio: è dedicato a S.Antonio Abate, S. Antonio del porcello, fu edificato nel 1753 per volere di un sacerdote originario della Ca’, don Pietro Leone Marcacci, che lasciò anche un legato di messe, tuttora in vigore.
C’è una storia singolare legata alla dedicazione di quest’oratorio.
Pare che gli abitanti di Monteacuto volessero dedicare un altare della loro chiesa, ma in realtà poi fu una Confraternita, a S. Antonio di Padova, ritenuto più “decoroso” del Santo con il maiale, ma poiché quelli della Ca’ stavano per costruire l’oratorio e dedicarlo proprio al Santo di Padova, i monteacutesi si opposero. Per risolvere la cosa si affidarono ad una partita a carte: chi avesse perso, si sarebbe tenuto il Santo meno “nobile”…
Fu così, secondo la leggenda, che La Ca’ ebbe la dedicazione al suo S. Antonio.
Cà Corrieri: Altro borgo pieno di fascino, il cui nome è da porre in relazione con i corrieri, in pratica gli antici postini, detti anche caballari se viaggiavano a cavallo o cursores se a piedi. Tale servizio nel Cinquecento era organizzato con punti di ristoro fissi  posti lungo le principali vie percorse dai corrieri che proprio da qui transitavano nel tragitto da e per la Toscana.
Cà Gabrielli: Perfettamente conservato nei suoi elementi tipici, dotato di un caratteristico lavatoio con porticato e di un grande volto di pietra baffuto che troneggia su una parete raffigurante  Giovanni Agostini, il capostipite della facoltosa famiglia proprietaria dell’intero borgo. E’ a lui che si deve infatti nel 1792 la costruzione anche dell’oratorio dopo una lunga trattativa con l’allora parroco di Vidiciatico che, timoroso di perdere potere e denaro,  gli impose:
“… che in detta chiesina non si possa mai cantar messa solenne nel giorno della festa del Santo Titolare, San Pietro,  mantener la cera necessaria quando sarà portato il SS.mo Sacramento o qualche infermo, che tutte le offerte che  si faranno in detta chiesa debonsi consegnare alla parrocchia di Vidiciatico, infine la libertà per il parroco di Vidiciatico di potere celebrare al suo interno la messa in qualunque tempo ed in qualunque giorno”.
Ca’ di Mattiozzi e piccoli borghi molto belli sotto La Ca.’
Salendo verso il Corno alle Scale si trova invece il borgo di Cà Gianinoni già presente fin dal 1736 e dove esiste un oratorio risalente a XVIII secolo dedicato alla Madonna del Buon Consiglio.
(di Alessandra Biagi)

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