Escursionismo

Escursionismo

In estate o in inverno, una sola domenica o una  settimana di vacanza: per vivere l’incanto dell’Alto Appennino Tosco-Emiliano non c’è limiti di tempo, di stagione né di età. Un breve viaggio ed ecco che la città, i rumori, il traffico e lo stress sono subito dimenticati, aiutati in questo dalle numerose escursioni che offre la zona. La zona dell’alta valle del Reno offre, infatti percorsi di trekking  adatti ad ogni livello di preparazione: da quelli facili di poche ore, fino a quelli più lunghi ed impegnativi di qualche giorno. E ciò lungo una fitta rete di sentieri che complessivamente superano i 500 chilometri da percorrere da soli grazie alle numerose guide e cartine disponibili, o partecipando alle escursioni guidate organizzate sul territorio.

I sentieri:

 

Ambienti d’alta quota

  • Partenza: Rifugio Cavone (1424 m)
  • Tempo di percorrenza: 5 ore
  • Difficoltà: media (E) con tratti impegnativi (EE)
  • Lunghezza: 7,5 km
  • Dislivello: 520 m

Il sentiero, dal Cavone (1.424 m) verso il Passo del Vallone, risale i gradoni nascosti dal bosco e costituiti da antichi depositi glaciali lasciati da un ghiacchiaio di modeste dimensioni. Per la lunghezza, il dislivello e il grado di difficoltà questa parte di tracciato è adatta a escursionisti esperti e allenati.

Il percorso prosegue verso il lago Scaffaiolo, come descritto nel successivo itinerario.

Il Corno alle Scale e l’Alpe di Rocca Corneta

  • Partenza: Cavone
  • Tempo di percorrenza: 4 ore
  • Difficoltà: media (E)
  • Lunghezza: 7,5 km
  • Dislivello: 1420-1944 m
  • Segnavia: segnato 337, 335, 129, 00, 329

L’itinerario, che richiede una mezza giornata di cammino e non presenta grosse difficoltà, consente di salire in maniera agevole alla cima del Corno alle Scale. Oltre a offrire un’ampia veduta sui vaccinieti e le praterie dell’Alpe di Rocca Corneta e dell’alta valle del Dardagna, raggiunge la conca a ovest di monte Cupolino, dove le acque piovane si raccolgono a formare il bel lago Scaffaiolo (una tra le mete più tradizionali dell’Appennino bolognese, anche se si trova poco oltre il confine provinciale e appartiene al Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese).
Svolgendosi per la maggior parte al di fuori del bosco, l’itinerario è dedicato alla scoperta degli ambienti appenninici d’alta quota; molto interessanti sono gli aspetti geomorfologici e vegetazionali, per la presenza della brughiera a mirtillo, con risvolti legati alle attività umane del passato e del presente (praterie, pascoli, impianti e piste di sci). La partenza dell’itinerario è situata in località Cavone, a lato del rifugio e del laghetto, dove termina la carrozzabile che, passando per Vidiciatico, La Cà e Madonna dell’Acero, conduce ai parcheggi della nota stazione sciistica del Corno alle Scale.

 

Il Monte La Nuda

  • Partenza: Pianaccio
  • Tempo di percorrenza: 5 ore
  • Difficoltà: media (E), impegnativa (EE) nella parte alta tracciato
  • Lunghezza: 9,5 km
  • Dislivello: 1.000 m
  • Segnavia: segnavia 115, 123, 129, 117

Il monte La Nuda si eleva a nord del Corno alle Scale, separato da quest’ultimo dal passo del Vallone. Sulla sua vetta, libera dal bosco, si estendono vaccinieti e praterie sassose che ospitano rare fioriture di specie rupicole. L’itinerario, che richiede un’intera giornata di cammino, sale dapprima alla Sboccata dei Bagnadori, lungo il fosso omonimo, e prosegue per raggiungere la vetta; nella parte alta del tracciato alcuni passaggi esposti possono risultare impegnativi in caso di fondo scivoloso.
Durante la salita è possibile osservare in successione le diverse fasce vegetazionali che caratterizzano l’alto Appennino bolognese, mentre la cima regala ampie e spettacolari vedute sul parco.
Il ritorno si effettua con una ripida discesa verso Segavecchia, dalla quale si raggiunge Pianaccio per una panoramica strada forestale. A Pianaccio, punto di partenza dell’itinerario, è situato il più grande dei centri visita del parco, che ospita anche gli uffici dell’ente di gestione.
Il borgo si raggiunge deviando al bivio situato in corrispondenza del tornante a valle di Lizzano in Belvedere e seguendo poi le indicazioni per il paese.

 

Il Monte Pizzo

  • Partenza: Lizzano in Belvedere
  • Tempo di percorrenza: 3 ore
  • Difficoltà: media (E), solo la discesa è facile (T)
  • Lunghezza: 7 km
  • Dislivello: 550 m.

L’itinerario, che richiede meno di mezza giornata e ha uno sviluppo ad anello all’interno dell’area di preparco, percorre le montagne che si alzano alle spalle di Lizzano in Belvedere e Vidiciatico.
Consente di osservare gli aspetti più caratteristici della vegetazione presente alle quote più basse del parco e di apprezzare ampi panorami sull’alta e media valle del torrente Silla.
Data la vicinanza con i centri abitati, numerosi sono i motivi di interesse legati alla storia e alla vita quotidiana di queste zone della montagna bolognese, L’ultima parte della salita al monte Pizzo presenta qualche tratto impegnativo sulla roccia, mentre la discesa si svolge su un’ampia sterrata e per il vecchio tracciato della via Panoramica (Percorso Vita) che collega Vidiciatico e Lizzano in Belvedere.

 

Il sentiero delle Orchidee

  • Partenza: Centro visite Pian d’Ivo
  • Tempo di percorrenza: 2 ore
  • Difficoltà: media ((E)
  • Lunghezza: 4,5 km
  • Dislivello: 150 m

L’itinerario proposto si snoda lungo due sentieri: il percorso CAI 323, strada forestale che dal Centro Visita di Pian d’Ivo conduce alla Sboccata dei Bagnadori, denominata via dei Signori per la frequentazione di mercanti in epoche passate, e il percorso CAI 129, che dalla Sboccata porta a Croce dei Colli.

Altre informazioni

L’Alpe di Budiara e la Bocca delle Tese

  • Partenza: Vidiciatico
  • Tempo di percorrenza: 3 ore
  • Difficoltà: facile (T)
  • Lunghezza: 7,5 km
  • Dislivello: 350 m

L’itinerario, agevole e della durata di una mezza giornata, si sviluppa su strade sterrate e sentieri che si snodano nell’area di preparco, a ridosso degli abitati di Vidiciatico e Lizzano in Belvedere. Il percorso tocca diversi ambienti, offrendo alcuni piacevoli scorci panoramici e l’opportunità di esercitarsi a riconoscere un buon numero di piante e animali tipici della montagna bolognese. Camminando nei boschi subito a monte dei centri abitati si incontrano anche significative tracce del secolare rapporto tra le comunità locali e queste montagne: le vecchie piazzole dei carbonai, i casoni per l’essicazione delle castagne e le ampie radure erbose un tempo adibite a pascolo. Per effettuare l’tinerario si può partire direttamente da Vidiciatico, nella parte alta dell’abitato, dove prende avvio la strada che sale a Budiara e monte Pizzo.

 

L’alta valle del Silla e il Monte Gennaio

  • Partenza: Segavecchia
  • Tempo di percorrenza: 5 ore
  • Difficoltà: media (E), con un tratto impegnativo (EE)
  • Lunghezza: 10,5 km
  • Dislivello: 800 m

La lunga escursione permette di scoprire il settore centrale del parco, particolarmente appartato e selvaggio, formato dalla bella valle del torrente Causso che, raccogliendo le acque dei fossi Gennaio e dell’Uccelliera e del canale della Piana del Vento, rappresenta uno dei due rami in cui è articolato il bacino alto montano del Silla.
L’itinerario, che ha sviluppo ad anello, risale la valle principale fino al crinale, dominato dai rilievi del monte Gennaio e del Poggio delle Ignude, percorrendone un tratto fino ad arrivare in vista della maestosa parete orientale del Corno, prima di scendere per la dorsale dei Balzi della Malacarne e dei monti Grossi. Richiede un’intera giornata di cammino, in gran parte senza grandi difficoltà se non nel tratto di sentiero esposto e sdrucciolevole che aggira il monte Gennaio.
Lungo il percorso sono possibili interessanti osservazioni di carattere geologico, botanico e anche faunistico, sia nei pressi dei numerosi corsi d’acqua che oltre il limite del bosco (per la presenza di colonie di marmotte e di varie specie di uccelli montani).
Il punto di partenza è la località Segavecchia, raggiungibile da Pianaccio percorrendo a piedi o in auto (con molta prudenza) la strada forestale che inizia nella parte alta del paese. A Pianaccio si arriva seguendo le indicazioni che si incontrano in corrispondenza del tornante situato a valle di Lizzano in Belvedere e tenendo la destra al bivio con Monte Acuto delle Alpi.

 

La Croce dei Colli e il Monte Grande

  • Partenza: La Ca’
  • Tempo di percorrenza: 3 ore
  • Difficoltà: facile (T)
  • Lunghezza: 7 km
  • Dislivello: 600 m
  • Arrivo: Monte Grande (1531 m)

L’itinerario, facile ma piuttosto vario per quanto riguarda gli aspetti geologici e vegetazionali, si sviluppa nell’area di preparco, conducendo in un paio di ore alla sommità del monte Grande (1531 m), eccellente punto panoramico sull’alta valle del Silla. Dall’abitato di La Cà il tracciato risale le pendici nordorientali del dolce rilievo denominato La Castellina, permettendo un buon inquadramento della valle del Dardagna e della parte centrale del parco. Arrivati alla Croce dei Colli e al passo del Saltiolo,  possibile compiere interessanti osservazioni sull’Unità Sestola-Vidiciatico, un complesso roccioso eterogeneo di origine sedimentaria ma profondamente deformato dagli eventi orogenetici, che è presente in diversi punti della catena appenninica e in maniera tipica tra le due località a cui deve il nome. La Ca’ è raggiungibile da Vidiciatico seguendo le indicazioni per Madonna dell’Acero e il Cavone. Quasi al centro del paese si incontrano le indicazioni per Ca’ Gabrielli, da dove ha inizio il sentiero CAI 129.

 

La Nuda e il Corno alle Scale

  • Partenza: Pian d’Ivo (1190 m)
  • Tempo di percorrenza: 5-6 ore
  • Difficoltà: impegnativa (EE)
  • Lunghezza: 9 km
  • Dislivello: 750 m

L’itinerario, lungo e impegnativo, raggiunge le cime più elevate del parco, compiendo un anello che richiede un’intera giornata di cammino. Si rivolge ad escursionisti esperti ed abituati a percorrere anche tratti esposti di sentiro.
Una volta arrivati alle zone sommitali, si segue il crinale altamente panoramico per poi ridiscendere dalla cima del Corno alle Scale sino alle cascate del Dardagna. L’escursione, che consente di apprezzare le differenti caratteristiche morfologiche delle due principali vallate del parco, attraversa gli ambienti montani che si succedono con il variare dell’altitudine, dai boschi di faggio alle praterie d’alta quota sino agli affioramenti rocciosi delle zone più elevate, dove sono custodite vere rarità di flora rupicola. E’ possibile abbreviare il percorso ed evitare gli impegnativi Balzi dell’Ora, lasciando il crinale una volta giunti al Passo del Vallone e ricollegandosi all’itinerario alla base del circo del Cavone.
L’itinerario parte dal centro visita Pian d’Ivo, raggiungibile da Vidiciatico seguendo le indicazioni per Madonna dell’Acero e il Cavone; a lato dell’edificio ha inizio la strada forestale (segnavia 323-327) che conduce al sentiero che sale alla nuda, attraverso un rimboschimento a conifere.
Dopo alcune curve si stacca sulla destra il sentiero 327 che sale ripido con poche curve, tra la faggeta e macchie di abeti e larici, fino a uscire dal bosco e proseguire, con un tratto molto panoramico, nelle praterie e nei vaccinieti che rivestono la parte sommitale del versante occidentale della Nuda (1828 m), dove si arriva dopo circa due ore e mezza di cammino.

 

La parete orientale del Corno alle Scale

  • Partenza: rifugio Segavecchia
  • Tempo di percorrenza: 5 ore
  • Difficoltà: impegnativa (EE)
  • Lunghezza: 9,5 km
  • Dislivello: 1.000 m

L’itinerario, impegnativo e faticoso, offre vedute prospettiche particolarmente suggestive della parete orientale del massiccio del Corno alle Scale, attraversando aree in cui sono presenti elementi di notevole valenza paesaggistica e naturalistica: estesi e spettacolari affioramenti arenacei, praterie e vaccinieti di crinale, ampie superfici boscate, numerosi corsi d’acqua tributari dei torrenti da cui ha origine il Silla.
Per la lunghezza, il dislivello e il grado di difficoltà è un percorso adatto a escursionisti esperti e allenati.
L’itineraio parte dal rifugio Segavecchia e sale ripido fino alla cima del monte La Nuda, per poi raggiungere la vetta del Corno alle Scale attraverso i Balzi dell’Ora e, dopo un tratto di crinale, chiudersi ad anello scendendo per i monti Grossi. Il rifugio Segavecchia si raggiunge da Pianaccio seguendo la panoramica strada forerstale che inizia nella parte alta del paese, percorribile a piedi in circa mezz’ora o, con particolare prudenza, anche in auto.

 

La Sboccata dei Bagnadori e il Monte Grande

  • Partenza: Pianaccio
  • Tempo di percorrenza: 4,5 ore
  • Difficoltà: media (E)
  • Lunghezza: 6,5 km
  • Dislivello: 800 m

Il monte Grande, situato nella zona di preparco, è uno dei rilievi della dorsale montuosa, a cui appartengono anche il Corno alle Scale, La Nuda e il monte Pizzo, che si stacca dal crinale appenninico e costituisce lo spartiacque principale tra le valli dei torrenti Silla e Dardagna.
La cima del monte, dalla quale si gode un bel panorama sul parco, rappresenta un valido punto di osservazione per iniziare a conoscerne la geografia. L’anello percorso durante l’escursione, che prevede poco più di una mezza giornata di cammino, è utile come primo approccio al parco. Partendo da Pianaccio si sale decisamente attraverso il bosco seguendo il fosso dei Bagnadori fino a raggiungere una strada forestale (l’antica Via dei Signori) che porta in breve alla Sboccata dei Bagnadori (1274 m).

 

Le cascate del Dardagna e il santuario di Madonna dell’Acero

  • Partenza: Pian d’Ivo (1190 m)
  • Tempo di percorrenza: 3 ore 30 minuti
  • Difficoltà: facile (T) con tratti intermedi (E)
  • Lunghezza: 5 km
  • Dislivello: 400 m
  • Segnavia: segnato 331A, 333, 331

L’itinerario di media lunghezza, ha inizio dal centro visita di Pian d’Ivo e conduce in un paio di ore alla scoperta delle maggiori emergenze naturali del parco, le cascate del torrente Dardagna; lungo il percorso si trovano sintetizzati moti degli aspetti geomorfologici e vegetazionali più caratteristici di questa singolare vallata. Al centro visita Pian d’Ivo (1190 m) si giunge da Vidiciatico seguendo le indicazioni per Madonna dell’Acero e il Cavone. L’edificio, in passato appartenuto al Corpo Forestale dello stato, si trova poco a monte della strada, a breve distanza dal santuario. A valle del piazzale antistante il centro visita,si incontra l’antico tracciato della via crucis che costituisce la partenza dell’itinerario.

Monte Acuto delle Alpi e la valle del Baricello

  • Partenza: Monte Acuto delle Alpi
  • Tempo di percorrenza: 6 ore
  • Difficoltà: media (E)
  • Lunghezza: 10,5 km
  • Dislivello: 550 m

L’itinerario, lungo ma senza particolari difficoltà, richiede un’intera giornata di cammino ed esplora il settore più orientale del parco, tra la spettacolare dorsale di Monte Acuto e la valle del rio Baricello.
Attraversa vecchi castagneti e fitti boschi di faggio, tra i quali si aprono frequenti scorci panoramici sull’alta valle del Silla, il crinale appenninico principale e la bella dorsale boscata di monte Cavallo.
Dopo aver percorso un lungo tratto del sentiero di crinale che parte da Monte Acuto, si raggiunge il passo della Donna Morta, dal quale inizia la discesa della valle del rio Baricello il cui corso segna per un lungo tratto il confine orientale del parco.
La discesa prosegue tra boschi e radure fino a un affluente di destra, il rio della Madonna, presso le cui rive si trova il suggestivo santuario di Madonna del Faggio; un’antica mulattiera lastricata riconduce al punto di partenza dell’itinerario.
Per raggiungere Monte Acuto delle Alpi occorre deviare a sinistra sul tornate che si incontra poco prima dell’abitato di Lizzano in Belvedere (indicazioni per Pianaccio e Monte Acuto). Quando la strada si divide, si prende ancora a sinistra, salendo per la stretta e tortuosa via che, attraverso vecchi castagneti da frutto, in pochi chilometri conduce al parcheggio situato all’ingresso del paese. L’itinerario inizia subito a monte del parcheggio.

 

Sentiero dei Sette Casoni

  • Partenza: Lizzano in Belvedere
  • Tempo di percorrenza: 2 ore
  • Difficoltà: media (E)
  • Lunghezza: 6 km
  • Dislivello: 350 m

Il percorso (CAI 125B) parte dalla strada panoramica che collega Lizzano in Belvedere con Vidiciatico. Si sviluppa a mezza costa sul versante nord di Monte Pizzo con dislivello minimo fino ad incrociare il percorso CAI 125 e scendere nuovamente all’abitato di Lizzano in Belvedere.

Altre informazioni

 Sentiero Entomologico

  • Partenza: Pioggiolforato
  • Tempo di percorrenza: 3 ore
  • Difficoltà: media (E)
  • Lunghezza: 6 km
  • Dislivello: 350 m

Il sentiero, di facile percorribilità per buona parte dell’anno, interessa biotipi che ospitano insetti appartenenti soprattutto a due famiglie: i Lepidotteri e i Coleotteri.

Altre informazioni

 

Sulle Tracce del Lupo

  • Partenza: Pianaccio
  • Arrivo: Pianaccio
  • Tempo di percorrenza: 5 ore
  • Difficoltà: media (E)
  • Lunghezza: 6,5 km
  • Dislivello: 780 m

Il percorso inizia a Pianaccio (m 735), su un pianoro posto alla confluenza tra l’omonimo torrente e il Fosso dei Bagnadori.

Altre informazioni

 

CONTATTI:

 

IAT Lizzano

Piazza Marconi, 6
Lizzano in Belvedere (BO)
+39 053451052

IAT Vidiciatico

Piazza XXVII Settembre, 6
Vidiciatico (BO)
+39 053453159