Asfodelo

Asfodelo

Qualcuno disse di essere andato in Grecia per ammirare la fioritura degli asfodeli ma non sapeva che gli asfodeli ci sono anche nel Belvedere ed è grazie a Rodolfo Farneti che possiamo ammirarne la fioritura sul monte di Budiara.
Rodolfo Farneti era un botanico, nato a Chiesina nel 1859 e morto a Vidiciatico nel 1919. Docente di patologia vegetale alla regia Università di Pavia.
L’asfodelo è una pianta straordinaria, tuberi, radici e semi sono commestibili e forse, con la coltivazione dell’asfodelo, Farneti sperava di contrastare la povertà dell’epoca. Coltivazione abbandonata perché è commestibile, ma non adatta ad uso alimentare.
Le foglie dell’asfodelo sono lunghe, strette ed appuntite, riunite a rosetta attorno ad uno stelo nudo alto un metro e più che porta una spiga di fiori bianchi.
La pianta era sacra in tutta l’area greca e romana, era “l’erba degli eroi” e della vita ultraterrena. Cresceva spontanea e liberamente sulle tombe così che i morti si cibassero delle sue radici e dimenticassero la vita terrena…era “l’erba dell’oblio”.
È una pianta citata da molti autori antichi. Così penso ad Omero che, nell’Odissea, racconta di Ulisse che, vivente, incontra Achille nei campi Elisi, i campi di asfodelo…Achille interroga Ulisse chiedendo notizie del proprio figlio e, saputo che è un guerriero coraggioso, se ne va contento e immemore a gran falcate…e qui mi emoziono sempre e lo vedo: Achille piè veloce.
A Budiara l’asfodelo fiorisce più o meno in giugno…quando il cielo è brillante e il sole fa impazzire le api, nel silenzio che spero rispetterete, l’unico suono è il ronzare degli insetti e il fruscio del vento.
Oltre ad essere citato da autori greci e latini l’asfodelo ha un ruolo anche nei libri di J.K. Rowling: “Cosa ottengo se aggiungo della radice di Asfodelo in polvere a un infuso di Artemisia?” chiede Severus Piton ad Harry Potter durante la prima lezione di “pozioni”. Vi dovrete leggere tutti i sei libri per saperlo!
Nel vittoriano linguaggio dei fiori l’asfodelo simboleggia, naturalmente, il ricordo eterno.

Fonte Patrizia Ferrari.

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